In difesa di Roberto Burioni.
Da qualche anno (forse anche solo mesi) è emerso in Internet, e per internet intendo in questo caso su facebook, il “fenomeno blast”. Figure con un certa importanza mediatica sono infatti diventate portatrici di questo nuovo metodo di comunicazione che prevede una chiara, a volte ironica, e quasi sempre sarcastica risposta ai commenti che vengono loro fatti sul social network. Di questi “blast”, che potrebbero forse sostituire il vecchio corrispettivo gergale “lo ha spento” (o si diceva solo dalle mie parti?) non conosco sinceramente l’origine precisa. La prima volta che ne ho sentito parlare è stato sulla pagina facebook del direttore del tg di La7 Enrico Mentana. Esso risponde spesso ai commenti inadeguati scorretti o faziosi “blastandone” gli autori. Lo fa principalmente parlando di politica, che è ormai lo sport con più fan che sia mai esistito sulla faccia della Terra.
Un’altra figura di riferimento nell’arte dello “blastare” è emersa nel medico e docente Roberto Burioni. Egli è professore in virologia e microbiologia, specialista in immunologia clinica, all’Università Vita-Salute San Raffaele di Milano.
Coincidente con l’inizio della grave emergenza vaccini in Italia, il professor Burioni ha deciso di intraprendere un’opera di divulgazione diretta e a contatto con il pubblico, proprio su Facebook, postando articoli scientifici e spiegandone i contenuti. Affrontando con rigore scientifico e indubbia preparazione le emergenze che sono emerse negli ultimi mesi. Quasi immediatamente però è emersa la pericolosità dell’argomento. La medicina sembra infatti diventata uno sport estremamente popolare, (seconda solo alla politica credo) richiamando commentatori, opinionisti e convinti sostenitori di una fazione piuttosto che di un’altra. Neanche a dirlo quando si parla di sport non hanno importanza i fatti, ma solo le opinioni delle persone. Anche se una squadra ha indubbiamente vinto, c’è chi vede il fuorigioco, chi l’errore dell’arbitro chi l’incapacità dei giocatori.
Questa metafora è durata anche troppo e inizia decisamente a scricchiolare, per cui parliamoci chiaro. Sulla pagina di Burioni sono tutti medici, tutti specializzati in immunologia e virologia e la consulenza di un medico non conta più nulla.
Con commenti di questo genere non potevano che arrivare altrettante blastate.
E con esse le polemiche si sono sprecate. Burioni infatti è stato accusato, da soggetti che ne sanno a palate di medicina perchè indubbiamente non stanno troppo bene, di essere un massone; o ancora meglio, un rettiliano (un alieno infiltrato nella nostra società, per chiarirci). Da altri è stato definito un vero e proprio somaro. Nel campo in cui è una vera autorità…Va bè.
La posizione che sta emergendo in questi giorni è di parziale accusa, o meglio, di critica, verso le secche e puntigliose risposte di Burioni. Certo si parla del fenomeno in generale e non del caso specifico del medico di Milano, ma lo si usa come esempio. La discussione però emerge questa volta proprio nell’ambiente scientifico, dove i mezzi divulgativi di Burioni sono visti come controproducenti.
A mio avviso l’opera di Burioni va vista sotto due punti di vista. I suoi post su Facebook (o su twitter) vanno divisi infatti in due categorie e spesso molti non se ne accorgono. La trattazione di argomenti scientifici è SEMPRE fatta con correttezza e preparazione. A questa si affianca il commento personale dell’uomo e non dello scienziato, di scelte politiche, affermazioni pubbliche, fatti di cronaca e soprattutto i commenti del suo pubblico. Questa non è divulgazione scientifica!! Questa è l’opinione dell’uomo, non la consulenza del medico! E in virtù del diritto alla libertà di parola è liberissimo di esprimerla come meglio crede. Che questa opinione possa essere coadiuvata e supportata da un background di scienziato è un’altra questione.
Non penso infatti che uno scienziato debba escludersi la possibilità di avere un’opinione, anche criticabile, proprio nel campo in cui è coinvolto. Quante volte possa succedere che questa opinione sia criticabile è un altro discorso che non penso valga la pena di affrontare. Il vero problema della divulgazione alle grandi masse, di cui il “caso Burioni” ne è un esempio, è che si tende sempre a giudicare e a credere ad un determinato campo scientifico in base alla simpatia che si prova per la persona che ne parla. Ancor peggio se una persona ci sta antipatica per opinioni che ha su argomenti completamente estranei ai suoi studi.
In breve, non penso che si debba accusare di cattiva divulgazione Burioni, anzi. Quando la sua è vera divulgazione e non dibattito o semplice opinione , è sicuramente ottima.

Dalla pagina Facebook Il polemista misterioso
L’unico consiglio che mi sento di poter dare al professor Burioni, (ma non sono di certo coadiuvato da un background di esperto nel settore di marketing e comunicazione, per cui trova il tempo che trova) è di aprire una pagina facebook per la corretta divulgazione, dove rispondere con pacatezza e fairplay (o addirittura non farlo proprio) e un profilo privato dove esprimersi con più libertà.
A presto,
Stefano.
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Il libro di divulgazione del medico Roberto Burioni puoi acquistarlo qui: Il vaccino non è un’opinione.
Anche Schopenhauer era un sostenitore del “fenomeno blast”
Penso però che Schopenhauer si riferisse ad un dibattito fra individui e non ad un fenomeno di divulgazione alle masse. Fenomeno che difficilmente poteva affrontare in quegli anni. 🙂 Sbaglio?