L’era dei viaggi interstellari di Jim Bell, la mia recensione
In questo libro, Jim Bell ci racconta la storia delle missioni della NASA Voyager 1 e Voyager 2. Queste sono tra le missioni spaziale durate di più nella storia e coronate da più successo. Sono state lanciate nel 1977 a due settimane di differenza l’una dall’altra e molti degli strumenti a bordo continuano a funzionare ancora adesso. Il programma Voyager ha sfuttato una congiunzione planetaria fra i pianeti del sistema solare esterno che ha permesso alle due sondi di visitarli tutti in un solo grande viaggio: Il “Grand Tour del sistema solare”. Questa congiunzione si verifica ogni 175 anni e porta Giove, Saturno, Urano e Nettuno ad essere nelle posizioni giuste per compiere un viaggio di questo tipo. La sonda Voyager 1, la prima a raggiungere sia Giove che Saturno ha sacrificato la possibilità di arrivare ad Urano e poi a Nettuno per riuscire ad arrivare vicinissimo al satellite di Saturno Titano, uno dei più interessanti del sistema solare. La sua compagna invece ha completato anche il sorvolo di Urano e Nettuno.

Il Golden Record, il disco contenuto nelle sonde Voyager al cui interno è stata inserita una selezione di immagini, suoni e canzoni rappresentative della nostra cività degli anni ’70.
In questo libro Jim Bell segue le missioni Voyager attraverso un pergorso molto personale. Bell è ora uno scienziato planetario che ha partecipato alle missioni Spirit e Opportunity e ha collaborato alla missione Curiosity. Tutti rover mandati su Marte a studiarne la superficie. Le missioni Voyager hanno toccato la carriera e le vite di così tante persone da diventare delle vere e proprie guide e ad essere di grande ipirazione per molti.
Una di queste persone è proprio Jim Bell che da giovane, come racconta in questo libro, è stato veramente colpito e catturato dalla magia delle missioni lunari e successivamente dal lancio e dai primi sorvoli di Giove delle Voyager che lo hanno quasi portato per mano ad iscriversi alla facoltà di astronomia al Caltech in California. Proprio in questa università era presente il team di ricerca delle missioni Voyager ed ha un che di emozionante il racconto di come Bell nei primi anni di università sia riuscito a partecipare e ad assistere all’arrivo delle prime immagini del sorvolo di Urano della Voyager 2 e poi di quelle di Nettuno come studente di dottorato.

Il puntino bianco in mezzo al raggio di luce sulla destra è la Terra vista dalla Voyager 1 a più di 7 miliardi e mezzo di km di distanza dal luogo in cui è stata lanciata.
In L’era dei viaggi interstellari Bell riesce a coniugare tantissimi aneddoti e contributi degli scienziati e ingegneri che hanno contribuito alle missioni Voyager e che ora sono diventati suoi colleghi e amici. Queste brevi interviste che Bell inserisce nel libro riescono al contempo a trasmettere la grande passione che viveva (e vive tutt’ora) nei partecipanti ad una missione di esplorazione spaziale così ambiziosa. Al contempo però questi contributi sono spesso tecnici e affrontano come è veramente condotta la ricerca spaziale con sonde robotiche. Questo è infatti un settore in cui la ricerca pura si fonde in maniera inprescindibile con l’ingegnerizzazione delle sonde. Penso anche sia uno dei settori di tutta la scienza umana in cui persone con competenze interdisciplinari e a volte molto diverse riescano a lavorare efficaciemente in così stretto contatto. A tutto questo Bell unisce un’incredibile esperienza personale, sia come scienziato planetario che come divulgatore riuscendo ad essere allo stesso tempo interessante e mai troppo pedante con dati o spiegazioni troppo tecniche.
Il filo conduttore che lega le missioni Voyager alla vita personale di molte persone come Bell è veramente entusiasmante ed esemplificativo di come l’esplorazione spaziale condizioni non sola la vita di milioni di appassionati in tutto il mondo ma anche, e in primis, proprio di chi a quelle missioni ha partecipato direttamente.Una delle migliori caratteristiche di questo libro sta nel modo in cui Bell si pone nel raccontare le avventure a spasso per il sistema solare delle due sonde. Il racconto di ogni sorvolo, di ogni scoperta fatta è costruito sulla base della meraviglia e dell’entusiasmo che Bell vuole (e ci riesce perfettamente) trasmettere. La bellezza per una nuova scoperta scientifica sono trasmesse al lettore perfettamente ma Jim non si limita a questo. Ogni foto, scoperta, filmato o discorso che Bell cita vi spingerà a cercarlo e ad approfondirlo on line. In questo l’autore aiuta enormemente lasciando molte volte link e posizioni in cui trovare i contenuti citati ma soprattutto materiale in cui approfondire e assecondare la propria curiosità. Non sarà difficile trovare
Alcune delle immagini scattate dalle Voyager durante il loro viaggio nel sistema solare esterno. Trovate tutte le informazioni riguardo le missioni Voyager sul sito dedicato della NASA. Credits: NASA, JPL
In conclusione:
Se siete appassionati di esplorazione spaziale in questo libro troverete uno dei migliori e più entusiasmanti racconti delle missioni Voyager che io abbia mai letto. Se invece non lo siete l’era dei viaggi interstellari è forse uno dei migliori libri con cui iniziare ad esserlo. Jim Bell riesce a trasmettere l’incredibile entusiasmo e l’atmosfera quasi magica che hanno portato sulla Terra le grandissime scoperte di queste due sonde. Le Voyager 1 e 2 sono attualmente gli oggetti costruiti dall’uomo più lontani dalla Terra. Con il loro Golden Record (il disco contenente il messaggio interstellare che le abbiamo affidato) sono diventate delle vere e proprie emissarie dell’umanità intera.